La storia della famiglia Carola di Agropoli
La storia degli hotel e ristoranti di Agropoli è ricca di eventi ed esperienze che hanno da sempre dimostrato il forte ed intenso legame tra territorio, tradizioni locali e vita della comunità.
Qui vogliamo condividere con voi una storia fatta di ricordi antichi e popolari a cavallo tra varie epoche. Un doveroso modo di raccontarci e raccontarvi il lungo percorso che ci ha portato alla creazione di CAROLA 1801®.
1800 – Le origini in breve
Il marchio Carola 1801 fa riferimento alla nascita di uno dei primi artigiani della famiglia Carola, Gennaro Carola (1801-1866). La sua famiglia si trasferì ad Agropoli da Prignano nella prima metà dell’800. In seguito, Nicola Carola (1868-1922) fu il fondatore della prima trattoria e locanda Carola sul finire del secolo. Nicola fu pescatore, albergatore, ristoratore, produttore, commerciante.
1860- 1890 – Albergo e Trattoria Carola
La storia degli albergatori agropolesi è ricca di eventi ed esperienze che hanno da sempre dimostrato il forte ed intenso legame tra tradizioni locali e vita della comunità. Nel 1884 l’arrivo della linea ferroviaria permise le prime affluenze turistiche sull’incontaminato suolo cilentano.
I turisti italiani e stranieri (in maggioranza inglesi e tedeschi) erano allora principalmente desiderosi di visitare la vicina Paestum. L’antica città di Poseidonia ha esercitato in ogni tempo un enorme fascino sui viaggiatori e costituisce oggi uno dei più importanti patrimoni culturali del mondo.
Le prime lamentele dei turisti del tempo erano spesso rivolte all’impossibilità manifesta di trovare né a Paestum, né nella vicina Agropoli, un albergo-trattoria in alternativa alla lontana Salerno. Questa lacuna fu colmata da un personaggio intraprendente come Nicola Carola nato ad Agropoli nel 1868.
Il giovane Nicola acquisì i primi rudimenti del sapere nella scuola parrocchiale dell’Arciprete don Agnello Scotti, in Agropoli alta. Prese in sposa una donna di straordinaria laboriosità, Francesca Scotti, che gli regalò ben 10 figli. Occupatosi in primo momento in prevalenza del commercio del pesce, Nicola Carola si rese conto dell’esigenza di costituire nella cittadina agropolese un’attività ricettiva con annessa trattoria.
Fu dunque nel lontano 1890 che fondò, nel palazzo dei Della Torre (soprannominato ”Pistone”) di via Riviera Antonicelli, il primo albergo-trattoria del Cilento. Il locale fu in seguito trasferito nel palazzo della famiglia Mangoni in via Carlo Pisacane. Nel 1933 il palazzo venne acquistato dai fratelli Gaetano e Raffaele Carola per una cifra enorme per l’epoca: 80.000 lire.
La struttura più antica – un imponente palazzo su tre piani – è stata costruita per uso di residenza estiva dalla famiglia nobiliare dei Mangoni di Copersito nell’ultimo quarto del XIX secolo, in assoluta contiguità al cosiddetto Palazzo Cirota o Palazzo della Pretura, oggi avente l’utile funzione di Palazzo Civico delle Arti.
Nicola Carola e la moglie, in accordo con i Mangoni, avviarono una trattoria con mescita di vini e emporio alimentare nei locali del piano terra, e una locanda al primo piano. I Mangoni continuavano a frequentare il palazzo, al piano nobile o secondo, durante le vacanze estive. Le stanze erano molto ampie e ariose, con una scalinata in pietra che conduceva dal primo al secondo piano illuminata da due bifore in pietra. Al secondo piano i Mangoni istituirono anche una cappella privata, dove si sposarono le sorelle Carola nei primi decenni del XX secolo, tutt’ora esistente e consacrata.
L’albergo disponeva di 12 spaziose ed accoglienti camere, in parte con vista sul mare e in parte con vista sulla campagna. La grande fortuna del locale fu poi soprattutto legata all’ottima cucina della trattoria che permetteva di gustare tutte le specialità marinare tipiche del Cilento, tra cui la famosa zuppa di pesce. Una specialità che veniva servita bollente in zuppiere di terracotta, accompagnate da pane tuosto e poi frittura di paranza (un fritto a base di triglie, gamberi, sogliole e pesci misti di piccola taglia) il tutto innaffiato da vino cilentano. L’albergo-trattoria dei fratelli Carola disponeva allora di 8 celle frigorifere (all’avanguardia per quei tempi) sempre ben fornite delle varietà più pregiate di pesce (tonni, spigole, dentici, orate, saraghi, aragoste, ecc.).
I clienti potevano scegliere personalmente il pesce e indicare anche la tipologia di preparazione. Grazie alla grande ricchezza di pesce del mare di Agropoli e della costiera cilentana si aveva normalmente una grande quantità di pesce di scoglio, pesce di paranza e pesce azzurro. Si pescavano tonni ed alici che, oltre ad alimentare il mercato del fresco venivano utilizzati per le lavorazioni artigianali: salatura e conservazione sott’olio.
1900 – 1930: Gaetano e Raffaele nella nuova gestione
Dopo una vita dedicata interamente alla famiglia e al lavoro, Nicola Carola morì prematuramente nel 1922. La sua opera fu egregiamente continuata dai figli Gaetano e Raffaele che si divisero i compiti: Gaetano si occupò prevalentemente del commercio e della lavorazione del pesce e Raffaele della gestione dell’albergo e della trattoria.
Nel 1927 entrò in famiglia Maria Sarnicola, come moglie di Gaetano Carola, che avrebbe costruito negli anni la fama del Carola come luogo di culto per gli amanti della cucina di pesce.
1930-1940: Confinati e americani
Negli anni ’30 del XX s. i Mangoni rinunciarono alla residenza estiva, vendendo tutto ai Carola, che ampliarono l’albergo sino al secondo piano incluso, dove ancora si conserva la stessa disposizione delle stanze e parte degli arredi mobili. La fama sovraregionale dell’Hotel Ristorante era già tale che a Gaetano Carola venne offerta già nel 1931 la tessera di socio vitalizio del Touring Club Italiano dall’allora presidente Giovanni Bognetti.
Tra il 1935 e lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il Carola divenne la sede del confino di illustri antifascisti (come Ferruccio Parri ed il Principe Filippo Andrea VI Doria-Pamphilj), tra i quali spicca lo scrittore e ideologo Franco Antonicelli. Noto intellettuale torinese, Antonicelli coltivava amicizia con Benedetto Croce, che gli fece visita presso il Carola. Antonicelli si sposò a Capaccio nel dicembre del 1935, partendo dall’Hotel Carola, e fece anche da padrino di battesimo ad una delle prime figlie di Gaetano Carola, Cristina. Di Agropoli e di Raffaele Carola, fratello di Gaetano, Antonicelli ha lasciato un commovente ricordo nel racconto Autunno in Agropoli pubblicato nella raccolta Il soldato di Lambessa del 1956. I confinati, dei quali altri meno noti, per alleviare la loro condizione, chiesero e ottennero da Raffaele e Gaetano Carola il permesso di potersi costruire un gazebo in canne lacustri al centro del giardino antistante il palazzo. Il gazebo per anni è stato meta di ombreggiate chiacchierate estive per gli ospiti dell’albergo ristorante e di cui rimangono nostalgiche fotografie.
Tra il 1932 e il 1936, S.A.R.I. il Principe Umberto II di Savoia (anche detto Re di Maggio) e la Principessa Maria José visitarono il Cilento partendo da Agropoli fino a Persano, ospiti dell’albergo-trattoria dei fratelli Carola. Un alto onore dovuto a delle occasioni speciali come le esercitazioni del Secondo Reggimento Artiglieria Contraerea al comando del Colonnello Rosica, in campo sulla Selva di Agropoli. Nel settembre del 1936 Gaetano Carola ricevette in dono dal Principe un paio di polsini d’argento, con le iniziali dell’Augusto Generale.
Nel corso di quegli anni Gaetano Carola ebbe 11 figli da Marietta Sarnicola che dimostrò inoltre le sue doti di straordinaria forza e competenza culinaria continuando splendidamente la tradizione della trattoria Carola. Marietta divenne cosi la Mamma Carola, cuoca storica dell’Hotel Ristorante Carola fino ai primi anni del 2000
Negli anni della Seconda Guerra Mondiale il Carola venne scelto quale base operativa del Comando Alleato del Generale Mark Wayne Clark comandante della 5° armata americana, la cui attività culminò nella famosa operazione Avalanche del 9 Settembre 1943, ossia lo sbarco tra Salerno e Paestum che portò alla liberazione dal giogo nazi-fascista. In quel frangente, il Comando Alleato ordinò un pranzo alla famiglia Carola per ospitare i generali italiani con i quali discutere dei termini della resa.
1950-60: I Carola diventano grandi
Gli anni ’50 del XX s. videro l’ampliamento del complesso alberghiero con una nuova ala che andava ad accrescere il numero delle stanze e raddoppiava la stanza da pranzo. Di questo ampliamento esistono cartoline dove orgogliosamente si mostrava la nuova sala pavimentata in marmo nero celtico e scandita da pilastri.
Furono gli anni nei quali andava in vacanza al Carola il Principe di Baviera Rupprecht, ultimo erede al trono della corona bavarese, che prima da esule anti-nazista, poi da cultore delle bellezze italiche, spese lunghi periodi in Italia. Di lui si conserva una cartolina con gli auguri di Natale inviati ad una delle figlie di Gaetano Carola dalla Münchner Residenz (ultima sede reale bavarese) a Monaco di Baviera.
Gli anni ’50 e ’60 videro una sequenza di ospiti illustri tra teste coronate e protagonisti del mondo dello spettacolo. I reali d’Olanda, la regina Giuliana d’Olanda e il Principe consorte Bernardo d’Olanda, si può dire ‘in borghese’, godettero dell’ospitalità del Carola, come testimoniato da una cartolina spedita dal loro palazzo reale.
Negli stessi anni veniva in vacanza con la moglie al Carola anche il più illustre orientalista ed esploratore italiano del ‘900, Giuseppe Tucci, fondatore insieme a Giovanni Gentile dell’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente di Roma, che donò in ricordo di quei piacevoli momenti alcuni dei suoi libri più celebri (ad es. il libro divulgativo Tra giungle e pagode, Roma, 1953) alla Signorina Cristina Carola, che tuttora li custodisce.
In quegli anni giunse in vacanza al Carola il celebre Bryan Walter Guinness, Barone di Moyne, erede della importante famiglia irlandese dei Guinness, fondatori dell’omonima fabbrica di birra. Con i suoi 11 figli, Bryan Walter Guinness si sarà sentito in sintonia con la famiglia Carola, i cui 11 figli di Gaetano e Maria animavano con la loro spontanea simpatia l’attività ricettiva. Per ringraziare dell’ospitalità goduta durante la vacanza agropolese, Guinness inviò nel 1960 una cartolina che illustrava la propria famiglia dinanzi alla dimora nobiliare di Biddesden nello Hampshire (UK) e un libro, Catriona and the Grasshopper, facente parte della fortunata serie di libri per l’infanzia scritta da lui e illustrata dal noto designer, pittore e scenografo Roland Pym.
Di ritorno dalle riprese del film Stromboli fatte in Sicilia (1949), la neo-coppia composta dal regista Roberto Rossellini e dall’attrice Ingrid Bergman si fermarono ad Agropoli perché a conoscenza della fama del Carola.
Il noto giornalista de Il Mattino, Mario Stefanile, dedicò negli anni ‘50, un singolare racconto alla celebre zuppa di pesce di Mamma Carola. La canzone del Guarracino, nella raccolta Musica da Tavola. Divagazioni letterario-gastronomiche (Napoli 1958). Alle mani dotte di Marietta, che coltivava ortensie, ricamava a punto a croce, imbottiva fichi e accudiva i suoi figli, sono dedicate queste pagine dove si descrive, con un linguaggio evocativo, la rutilante sequenza di cottura della zuppa, con una colorita diversità di pesci, profumi e sapori.
1960-70: Il boom tra Vip e successo
Agropoli negli anni ‘60–‘70 del XX sec. stava vivendo un vero e proprio boom economico. Con l’apertura di nuovi alberghi a tre stelle si stava trasformando, da paese di villeggiatura, in una moderna cittadina turistica. Giovani imprenditori locali colsero l’occasione per aprire nuovi ed accattivanti locali notturni.
Agli inizi degli anni ‘60 alcuni dei figli di Marietta e Gaetano iniziarono a prendere le redini dell’attività. Un’altra attività venne poi creata in parallelo da altri due fratelli: il nuovo locale, all’avanguardia per l’epoca, fu denominato U’ Saracino. Inaugurato nel 1964 come un Night-Pizzeria, uno dei primi locali del genere in zona, il progetto nacque quasi per gioco da una iniziativa di Peppino e Antonio Carola in un casolare antico, con un pozzo storico al centro, alle spalle dell’hotel, in Via Granatelle. Il locale subito raccolse il consenso del popolo della notte agropolese.
Questo grande successo convinse Peppino ed Antonio a lanciarsi in un progetto ancora più ambizioso. Nel 1972, in località Trentova naque il nuovo e più capiente U’ Saracino tra i primi Night-Ristorante-Winebar della provincia di Salerno. Fu un successo ancora maggiore che con eleganza e professionalità divenne una referenza della ristorazione e della vita notturna della zona per gli anni a seguire.
Richiamava pubblico da tutta la Campania ed ebbe l’onore di ospitare grandi artisti di fama internazionale quali :
- Domenico Modugno
- Lucio Dalla
- Caterina Caselli
- Nada
- Massimo Ranieri
- Peppino Di Capri
- Fred Bongusto
- Franco Califano
- Bobby Solo
- Ricchi e Poveri
- The Rokes
- The Motowns
- I Camaleonti
- DikDik
- Nomadi
- Raffaella Carrà
- Riccardo Cocciante
- Claudio Baglioni
- Pooh
- Fausto Papetti
- Silver Convention, e tanti altri…
Tra gli altri personaggi illustri ospiti della lunga storia dell’albergo-trattoria Carola (divenuto poi Hotel-Ristorante), ne citiamo solo alcuni: il Presidente della Repubblica Saragat, il Principe Filippo Andrea VI Doria-Pamphilj, il direttore de Il Mattino Giovanni Ansaldo, il Sovrintendente alle antichità di Salerno Amedeo Maiuri, il Prof. Gaetano Napolitano capo ufficio stampa del Consiglio dei Ministri, il Presidente del Consiglio Amintore Fanfani.
L’intero cast del film The Treasure of Montecristo (1960) occupò l’Hotel-Ristorante, tra cui l’italiana Gianna Maria Canale, capeggiati dai registi Robert S. Baker e Monty Berman, che girarono diverse scene sui litorali agropolesi.
Una folta schiera di famosi attori, tra cui Orson Wells, Vanessa Redgrave, Ian Bannen, Jeanne Moreau, venne ad Agropoli durante le riprese del film The Sailor from Gibraltar (1967), nel passaggio tra Alessandria d’Egitto e Firenze, la cui sceneggiatura era tratta dall’omonimo romanzo di Marguerite Duras. Nei tardi anni ’60 fece un’apparizione ad Agropoli anche Brigitte Bardot, che pernottò al Carola. Negli anni ‘70 il mitico Carosone venne a pranzare nel giardino del ristorante e Roger Moore girò una scena del film Gli esecutori (1976) all’interno di una stanza dell’Hotel Carola.
Per tutto il dopoguerra, la qualità e la dedizione unica della cucina di pesce della Mamma Maria Carola (Marietta Sarnicola, 1908-2005), in continuità diretta di Gabriella Carola (1896-1980, sorella di Gaetano e Raffaele), venne apprezzata e riconosciuta su scala nazionale con prestigiosi premi oggi ancora custoditi dalla famiglia :
Tra i vari premi ricevuti in quegli anni ricordiamo :
- Premio dell’Associazione Nazionale Grandi Cuochi Italiani
- Brevetto di Qualifica di Cucina Tipica Scelta
- Premio dell’Accademia Gastronomica Italiana, Magistero di Gastronomia Bologna
- Oscar Cucina Italiana
- Festival della Cucina Marinare (Trieste)
- Targa Ministero dell´Agricoltura e Commercio
- Ispettorato Compartimentale dell´Alimentazione
- 1° Premio – Cucine Regionali a Confronto
- 1° Premio – Azienda Accademica Artistica Internazionale Pinocchio d’Oro
- Albo d’Oro Messaggero Economico
- Coppa Azienda Autonoma Turismo Palermo
1980-1990: Un punto di riferimento in attesa del futuro
Gli anni ’80 confermavano il Carola come un punto di riferimento della ristorazione e ricezione turistica nella zona ma segnano anche il momento di una grande trasformazione e naturale transizione generazionale in famiglia.
Da Gaetano a Raffaele il testimone passa a Nicola, Cristina e Franco che in quegli anni portano avanti la tradizione Carola.
Negli anni ‘90 ci fu inoltre la visita di Gianni Agnelli, di passaggio ad Agropoli, invitato al ristorante a gustare e ritrovare i piatti del suo precettore Franco Antonicelli per il piacere di Mamma Carola e dei suoi figli.
2000-2020: Il cambio d’epoca
Gli anni 2000 segnano il cambio di un’epoca.
Dopo varie vicissitudini familiari, difficili rinnovamenti e problemi gestionali, l’Hotel-Ristorante Carola si ferma.
Sembrava la fine della tradizione Carola ma tutto era già iniziato a rinascere, poco a poco, nelle mani di Franco Carola, sua moglie Giovanna e dei suoi due figli Vincenzo ed Antonio. Nel corso di questi anni di transizione, nel vecchio locale del complesso di famiglia che fu l’originario U’ Saracino (1964), i Carola hanno continuato a lavorare seguendo la loro storia.
Vincenzo Carola tramite la cucina di famiglia continua e reinventa le proprie origini culinarie con una nuova ed atipica visione della gastronomia, tra tradizione ed innovazione, sulle orme di sua nonna, la Mamma Carola, e di suo padre Franco.
I Carola dunque rinascono tra le pareti del ristorante Vecchio Saracino, come parte di uno storico complesso commerciale che da 5 generazioni rappresenta l’eredità simbolica della famiglia.
Lo chef Vincenzo Carola con la sua esperienza acquisita nell’ospitalità, nella ristorazione e nei prodotti tipici crea oggi il marchio CAROLA 1801®.
Con la passione per la cultura culinaria cilentana, la tradizione familiare come referenza storica e istituzionale, la sua cucina si sviluppa oggi attraverso un moderno laboratorio del gusto antico e contemporaneo.
Una storia centenaria come base fondante di una spinta innovativa costante.
E il racconto della Famiglia Carola continua…